Il borgo di Montevarchi nasce nel XII secolo, anche se vi sono tracce di insediamenti romani risalenti ai primi secoli d.C. Nei pressi dell'attuale statale 69 sorgeva un castello, di proprietà dei marchesi di Bourbon del Monte Santa Maria. Lì vicino venne organizzato un grande mercato contadino. Questa fiera ebbe grande successo grazie alla posizione strategica del luogo, al confine tra le contrade e circoscrizioni vescovili di Arezzo e Firenze, Secondo gli storici, ciò spiegherebbe anche l'etimologia del comune: Monte presso il varco tra le due circoscrizioni. Nonostante il declino del castello, nei pressi delle mura venne eretto un convento dei padri cappuccini. L'area del mercato cresceva sempre più di importanza e veniva contesa tra Firenze ed i conti Guidi. Nel 1254, i quattro eredi del Conte Guido Guerra vendettero il castello ed il mercatale a Firenze. Più precisamente, il territorio passò sotto la giurisdizione di San Giovanni Valdarno. Nella valle dell'Arno il mercatale risultò sempre più fiorente anche: questo venne addirittura adottata una propria unità di misura: "lo staio di Montevarchi", la presente fin dal 1261. Solo da quel periodo in poi abbiamo chiare testimonianze scritte su Montevarchi. Nel 1289 risulta dalle Croniche di Giovanni Villani che il borgo venne invaso dalle truppe aretine poiché lì si erano rifugiati i guelfi fuggiti da Arezzo ed appoggiati da Firenze. Un altro evento bellicoso risale al 1312, quando le truppe dell'Imperatore Arrigo VII che si dirigevano a Firenze per combattere contro la repubblica formatasi. Dal 1325 il comune venne dotato di statuti propri e rimase repubblicana nonostante l'invasione di Firenze del 1529 da parte di Carlo V di Spagna. Ritornati i Medici sulla provincia fiorentina, Montevarchi vide un notevole sviluppo artigianale e commerciale. Cosimo I de'Medici, condizionato dalle idee repubblicane, creò una fattoria granducale di grande estensione. Presso le mura cittadine vennero costruiti i 'magazzini dell'abbondanza': in essi venivano conservati i prodotti agricoli destinati al commercio. Si sviluppò inoltre l'attività di molitura dei cereali- tramite le macine del mulino- e della tessitura del lino e della canapa. Con la dinastia successiva dei Lorena si ebbero alcune riforme agrarie promosse dal granduca Leopoldo I. Nel 1783 egli diede in comodato d'uso i terreni della fattoria granducale a coltivatori diretti. Successivamente a partire dalla fine del Settecento si sviluppò la piccola industria manifatturiera, in particolare fu fiorente la produzione di cappelli in feltro e di calzature. A seguire vi furono le industrie per la lavorazione della seta e per la produzione dei saponi e poi la lavorazione delle pelli.
Tutt'ora rimane comunque un importante mercato agricolo, con prodotti pregiati come i polli del Valdarno ed i vini doc.
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